Scrittore ecclesiastico siriaco. Nel 392
divenne vescovo di Mopsuestia; incoraggiato dal suo condiscepolo Giovanni
Crisostomo, intraprese una vasta opera di esegesi biblica che ne fece uno dei
massimi rappresentanti della scuola antiochena. Si occupò della questione
cristologica insistendo sulla compiutezza della doppia natura, divina e umana,
di Cristo e assumendo una posizione che a molti sembrò ambigua: per
questo fu dichiarato eretico dall'imperatore Giustiniano e la condanna fu
confermata dal II Concilio di Costantinopoli nel 553. La maggior parte dei suoi
scritti è andata perduta a causa della condanna (Antiochia 350 circa -
428).